Eh Pè, quanti anni son passati?
Gli sfilatini di pane li sbattevi sul piano di lavoro e con una magia delle tue mani prendevano forma, una sistemata nella stoffa e tre colpi di taglierino.
Tu si, mi avresti insegnato a fare il pane dicendomi " machitellofafà?"
"Appicciame ma sigaretta . jo cafè tello faccio io ca tu nzi capace ma Po te nne va perché adà venì uno."
Hai continuato a lavorare come un mulo per anni , 350 giorni l'anno quando potevi scrivere un libro sui tuoi amanti e campar di rendita.
L'avvocato , quello giovane con le cosce da calciatore e la libido gentile e quello bello e tenebroso, con gli occhi marcati di fuori città, l'imprenditore con la panzetta che rimbalzava, il costruttore ossessivo compulsivo..
Quante storie hai vissuto dentro quelle mura.
Le tue debolezze te le sei portate addosso ogni giorno della tua vita, quelle che ti hanno fatto felice e quelle che ti hanno ferito fino a distruggerti.
Ti ricordo sempre col sorriso che avevi quando, di ritorno dai mercati generali mi fermavo a far colazione con te: aè, a quest'ora vanno girenne le mignotte e tu

Eh Pe, quanti anni son passati?